Andando via della Juventus, Massimiliano Allegri aveva dichiarato che dopo di lui la squadra era da riformare. E non aveva tutti i torti, visti i limiti dimostrati dalla gestione di Maurizio Sarri e dalle enormi incertezze di mercato di Paratici (acquisti e cessioni [Joao Cancelo, Emre Can e Moise Kean su tutti]).
Maurizio Sarri ha soltanto messo in evidenza la necessità di un cambio di giocatori e soprattutto di mentalità che ormai è diventato un imperativo. Il nono scudetto non nasconde infatti gli insuccessi della stagione: persa la Supercoppa Italiana con la Lazio con un imbarazzante 1-3, sconfitta in finale di Coppa Italia ai calci di rigore con il Napoli, fatta fuori dal Lione agli ottavi di Champions League … ma soprattutto un bilancio deludente nell’anno solare, con il 55% delle vittorie, ma anche il 20% di sconfitte ed i 25% dei pareggi. Ben 39 reti subite …

Il progetto di Andrea Pirlo stenta a crescere, sicuramente perché non c’è stato tempo per assemblare e amalgamare la squadra, ma anche perché il mercato organizzato da Fabio Paratici non è stato dei migliori neanche per la stagione 2020-21.
Doppioni: la presenza di Dejan Kulusevski e di Federico Chiesa (100 milioni in due) richiede un lavoro strategico non indifferente, dato che i due sono -sulla stessa fascia o a fascia invertita- dei doppioni che si aggiungono a Federico Bernardeschi, oggetto oscuro della trequarti juventina. A questi poi si aggiunge Aaron Ramsey e anche un enigmatico Paulo Dybala che non è più attaccante, non è più trequartista, non è seconda punta … Sulle ali spuntano le prove superlative di Juan Cuadrado, che finora ha sempre superato l’uomo, uno dei pochi.
Centrocampo: fuori Miralem Pjanic per un macchinoso Arthur (buono, ma non top-player nonostante la strabordante prova del Bernabeu 3-0 …), ancora incompiuto Adrien Rabiot e in cerca di continuità Rodrigo Bentancor, l’unica nota positiva è Weston McKennie, che pressa e si propone, ma fa anche un po’ tanta confusione. Serve un faro che detti i tempi, potrebbe essere Bentancur, ma persistono dubbi sulla sua visione di gioco: il ragazzo non manca di grinta e personalità, ma non ha i piedi per far correre gli altri.
Difesa: Leonardo Bonucci sembra al capolinea, Mathijs De Light invece aspetta un partner all’altezza che lo esalti anche nella fase di costruzione. Danilo e Alex Sandro al momento sono jolly che spingono bene, ma chiudono male.
Senatori e personalità: Giorgio Chiellini e Gianluigi Buffon sono sempre presenti, ma non hanno più la stessa influenza di qualche anno fa, perché -con un Cristiano Ronaldo impegnato più su di sé che sul progetto (è sempre stata una fabbrica ed una azienda piuttosto che un uomo squadra)- i giovani mancano di personalità e non sono in grado al momento di dare la scossa ad una squadra al momento in cerca di identità.
Manovra: la costruzione del gioco spinge poco in verticale e a volte stagna nella trequarti avversaria in attesa di quello spunto che poi non verrà. Positivo l’atteggiamento aggressivo a tutto campo, ma il meccanismo è ancora da perfezionare.
Non sarà un mercato di riparazione sfolgorante, ma saranno necessarie delle cessioni pesanti (Paratici in questo difetta più che negli accordi per l’acquisto dei giocatori: Higuain e Matuidi sono andati via con indennizzo … la Juve non sa più vendere), prime fra tutte quella di Khedira, e alcuni acquisti mirati (un centravanti e un terzino, magari).
Si può fare …
Categorie:calcio